Imu: onere della prova in caso di richiesta di esenzione per alloggi Sociali

Corte di Cassazione, Ordinanza n. 29845 del 20 novembre 2024

La controversia in esame riguarda il disconoscimento dell’esenzione Imu per l’anno 2018, relativa a alloggi di edilizia residenziale pubblica, per un importo totale di € 738.548,00. La ricorrente, un’Azienda, ha contestato la violazione dell’art. 7 della Legge n. 212/2000, sostenendo che l’avviso di accertamento fosse privo di una motivazione adeguata riguardo al rigetto dell’esenzione prevista dall’art. 13 del Dl. n. 201/2011. La Corte di Cassazione ha rigettato questa censura, ritenendo che l’avviso fosse sufficientemente motivato e conforme ai principi consolidati. In particolare, i Giudici hanno ribadito che l’obbligo di motivazione in materia di tributi locali, come l’Imu, è soddisfatto quando il contribuente è messo in condizione di comprendere gli elementi essenziali della pretesa tributaria e di contestarla. Non è necessario, invece, che l’ente impositore giustifichi specificamente il rigetto di ogni possibile esenzione astrattamente applicabile, poiché è onere del contribuente provare l’esistenza di eventuali cause di esclusione. In un secondo motivo, l’Azienda ha denunciato una motivazione carente e contraddittoria della Sentenza d’appello, sostenendo che il Giudice di secondo grado non avesse adeguatamente valutato la natura di “alloggio sociale” degli immobili in questione. Su questo punto, la Suprema Corte ha accolto la censura, evidenziando un’incoerenza nella decisione del Giudice d’appello: da un lato, è stata riconosciuta la prova della qualificazione di alcuni alloggi come “sociali” sulla base dei contratti prodotti; dall’altro, l’esenzione è stata negata indiscriminatamente per tutti gli immobili, senza una chiara distinzione. Questo contrasto, secondo la Suprema Corte, rende la motivazione della Sentenza d’appello contraddittoria e, pertanto, insufficiente a sostenere il rigetto dell’esenzione. I Giudici di legittimità hanno sottolineato che la motivazione di una Sentenza deve essere chiara, coerente e comprensibile, in modo da consentire il controllo sulla correttezza logico-giuridica della decisione. Nel caso specifico, l’incoerenza tra le premesse e le conclusioni ha determinato un vizio di motivazione, riconosciuto come una delle cause di nullità della Sentenza impugnata.