Corte di Cassazione, Sentenza n. 19017 del 5 luglio 2023
Nella Sentenza in epigrafe indicata, la Suprema Corte rileva che esaminando la disciplina legislativa del Cimp, occorre stabilire l’evidente continuità tra detta disciplina e quella dell’imposta che esso sostituisce quando il Comune opti per la sua istituzione ai sensi del citato comma 1 dell’art. 62, del Dlgs. n. 446/1997. Il presupposto dell’imposta è costituito dalla diffusione di messaggi pubblicitari (cioè, di messaggi diffusi nell’esercizio di un’attività economica allo scopo di promuovere la domanda di beni o servizi, ovvero di messaggi finalizzati a migliorare l’immagine del soggetto pubblicizzato), effettuata “attraverso forme di comunicazione visive od acustiche, diverse da quelle assoggettate al diritto sulle pubbliche affissioni”, in luoghi pubblici ovvero aperti o esposti al pubblico (art. 5 del Dlgs. n. 507/1993). Allo stesso modo, il canone è dovuto per “l’installazione di mezzi pubblicitari” o, più precisamente, per l’effettuazione di “iniziative pubblicitarie che incidono sull’arredo urbano o sull’ambiente”.