Classamento catastale: necessità della valutazione di congruità del classamento in caso di revisione della rendita

Corte di Cassazione, Ordinanza n. 12676 del 10 maggio 2023

Nella fattispecie in esame, la Suprema Corte rileva che in tema di revisione del classamento catastale di immobili urbani, la motivazione dell’atto, in conformità alla Legge n. 662/1996, art. 3 comma 58, non può limitarsi a contenere l’indicazione della consistenza, della categoria e della classe attribuita dall’agenzia del territorio, ma deve invece specificare, a pena di nullità, ai sensi della Legge n. 212/2000, art. 7, comma 1, a quale presupposto la modifica debba essere associata, se al non aggiornamento del classamento o, invece, alla palese incongruità rispetto a fabbricati similari. In questa seconda ipotesi l’atto impositivo dovrà indicare la specifica individuazione di tali fabbricati, del loro classamento e delle caratteristiche analoghe che li renderebbero similari all’unità immobiliare oggetto di riclassamento, consentendo in tal modo al contribuente il pieno esercizio del diritto di difesa nella successiva fase contenziosa conseguente alla richiesta di verifica dell’effettiva correttezza della riclassificazione. In applicazione di tale principio, il contenuto della motivazione non può essere integrato a posteriori.